Poeti in Piazza

piazzaIn prossimità delle feste natalizie, stiamo organizzando come facciamo ogni anno, la serata di poesia popolare dei “Poeti in Piazza”, nata da una idea del compianto professor Pasquino Crupi, ed ovviamente a lui dedicata. Quest’anno abbiamo scelto la data del 18 dicembre ed il posto, naturalmente, è Bova Marina, nella Biblioteca comunale o nell’Università della terza età, comunque nei pressi del Municipio.

Mi sono quindi premurato di avvisare gli amici ed ho cominciato a fare un giro di telefonate…

Chiamo per primo Franco Blefari di Benestare, il quale mi dice di essere disponibile come al solito, purché la serata non sia di sabato o di domenica. A questo punto rispondo che il diciotto dicembre è venerdì, quindi lui mi conferma che sarà presente ed inoltre, mi implora di chiudere la telefonata perché è su un albero d’ulivo!

Saluto e chiudo.

Chiamo il secondo poeta del popolo, Antonio Zurzolo di Samo, anche lui mi dà la sua disponibilità e, a sua volta, mi invita a chiudere perché “è supra a livara!”.

Chiudo e saluto.

Terzo per ultimo, ma non ultimo, telefono a Pasquale Favasuli di Africo, il quale accetta, al solito  e con entusiasmo l’invito.

Saluto e chiudo…

Un momento! Rifaccio il numero e domando:” Pasqualino, dove siete?” . “Sugnu a casa, pecchì?”. “Nenti, nenti, pensava ca siti, nta l’ortu, sup’a livara!”.

Passo e chiudo

Dove li trovate tre poeti popolari cosi? Sono tre tra i migliori poeti del popolo e calabresi di sempre, assieme a qualche altro, che nominerò in altre occasioni, ch’erano anch’essi “Poeti in Piazza”, ma chi perché non c’è più (Luciano Nocera), chi per altri motivi, hanno interrotto questo percorso.

Ecco, siccome cultura deriva dal verbo latino colere che significa “coltivare”, questi sono grandi uomini di cultura, Pasqualino Favasuli compreso, anche se è, analfabeta. E loro, oltre agli ulivi, coltivano da oramai mezzo secolo, la poesia del popolo dove ci si comprende al volo, senza bisogno di vocabolari, di google,  e di critici letterari gonfiati ad aria compressa.

E se voi mi chiedete: come fa un analfabeta ad essere uomo di cultura?

Io vi rispondo: nella stessa maniera in cui un laureato può essere “nu sceccu”.

Gli altri poeti, presenti alla serata,  potranno recitare una loro poesia, possibilmente sul Natale e non lunga quattro chilometri. Avviso, inoltre, che saremo in un salone con esposto il Crocefisso. Quindi, astenersi, musulmani e perditempo. E poi, non è che per forza uno deve scrivere poesie, ci sono sempre le parole crociate!

Pubblicato da brunolucisano

Sono nato a Staiti (RC) e ho 62 anni, sono sposato e ho due figlie, abito a Brancaleone (RC) da 50 anni e sono pensionato. Scrivo poesia dialettale da una quindicina di anni. Ho pubblicato 6 libri di poesie e tre poemetti. Ho scritto inoltre 6 commedie dialettali e una farsa. Collabora saltuariamente con delle riviste on line ed in particolare col mensile In Aspromonte. "Pericle d'oro" per la poesia 2013.

Translate »