Fra i poeti dialettali dell’età risorgimentale (scheda n. 2)

Giovanni Conia 1752-1839

Per prima cosa volle dimostrare che il dialetto calabrese non era un gergo ma una lingua e così scrive…

La lingua Calabra è pure una lingua tra le altre, e raggiunge quel fine che le altre raggiungono, cioè di comunicare ad altri pensieri, e forse con maggiore successo delle altre. Non è suo difetto il non essere intesa ove non è in uso. L’Italiano non intende l’Inglese, lo Spagnolo, il Tedesco, ma non per questo perdono quelle lingue il loro pregio… Chiunque conosce la Lingua Calabra resta convinto ch’ella dalle molte lingue, donde deriva trasse non solo una forza meravigliosa nelle espressioni, ma quelle veneri ancora, delle quali è tanto ricca. Chi la conosce non ride a questa assertiva. Non è essa inferiore alle lingue Cosentina, e Siciliana, anzi forse più dolce.

Il tema delle sue poesie e prevalentemente un tema sacro. Il Conia chiama i suoi versi “dissapiti”, e a un suo amico che aveva ben detto della sua poesia, replica:

Jivi a Parnasu pe poetijiari,

ma mi perdivi ntra li pirricuni,

Mparai (ma vi chi arrisi ti voi fari),

Mparai mu mi canusciu pa cicciuni

Costantino Jaccini

Nacque a Grimaldi (CS) ma non si sa quando. Morì nel 1897.

La miseria l’ha impolverato una volta per tutti e lui fa entrare la miseria nella sua poesia:

Sona chitarra mia, sona chiangennu

Ca lu mastru te accorda suspirannu,

Nun ce fo n aura chi cantai ridiennu,

Ca sempri ti sonavi peniannu,

La vita mia de guai fu china ciarra,

Sona Chitarra mia, sona chitarra.

Dice ancora l’autore: il passato “lu chiangimu”, il presente “lu trivuliamu” e dal futuro “nne storcimu”:

De lu mumentu chi fuze criatu

Ppe lu munnu va sempre strascinatu,

Chiange prisente, futuru e passatu

Ppe chissu de lu Cielu aggustumatu,

E de la terra signu stumacatu

E dicu ca de l’ura chi su natu

De cose storte sempre fo mercato.

Pubblicato da brunolucisano

Sono nato a Staiti (RC) e ho 62 anni, sono sposato e ho due figlie, abito a Brancaleone (RC) da 50 anni e sono pensionato. Scrivo poesia dialettale da una quindicina di anni. Ho pubblicato 6 libri di poesie e tre poemetti. Ho scritto inoltre 6 commedie dialettali e una farsa. Collabora saltuariamente con delle riviste on line ed in particolare col mensile In Aspromonte. "Pericle d'oro" per la poesia 2013.

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